Il "contesto" mediale e digitale secondo il CENSIS

Siamo un popolo sempre più digitale, e questa volta è il 12° Rapporto sulla comunicazione, redatto dal Censis in collaborazione con TIM, ad affermarlo.

 Digital world I consumi mediatici degli italiani, si sa, sono in continua evoluzione. Non è una novità se affermiamo che nel nostro Paese è in atto una trasformazione importante: quella dei media.

Spunti d'analisi principali e dati del Rapporto

La tv, la più amata dagli italiani

L’andamento dei consumi mediatici del 2015 conferma che la televisione continua ad avere un pubblico che rappresenta la quasi totalità della popolazione (96,7%), con un rafforzamento però del pubblico che sceglie le nuove televisioni: + 1,6% web tv, +4,8% mobile tv, mentre il 42,4% degli italiani sceglie le tv satellitari e il 10% usa la smart tv.

La radio con i suoi aficionados

La radio si afferma come mezzo di comunicazione di massa (83,9%) con un aumento degli ascoltatori internet e mobile.

Smartphone, tutti lo vogliono

L’uso dello smartphone continua a crescere: il 52,8% degli italiani lo usa regolarmente, mentre i tablet vengono usati dal 26,6% degli italiani (raddoppiando la diffusione nell’ultimo biennio).

In netto aumento la popolazione italiana connessa ad Internet (70,9%), ma solo il 5,2% si connette con banda ultralarga. Sul web si cercano informazioni, si fanno acquisti, si sbrigano pratiche e si sta in contatto con gli altri utenti. Infatti, è in aumento la diffusione dei Social Network: il 50,3% dell'intera popolazione è iscritto aFacebook (il 77,4% dei giovani under 30), YouTube raggiunge il 42% di utenti (il 72,5% tra i giovani) e il 10,1% degli italiani usaTwitter.

Giovani vs anziani

La differenza generazionale nell’utilizzo dei media è evidente: tra i giovani la quota di utenti della rete arriva al 91,9%, mentre è ferma al 27,8% tra gli anziani; l'85,7% dei primi usa telefoni smartphone, mentre i secondi lo usano solo per il 13,2%: il 77,4% degli under 30 è iscritto a Facebook, contro appena il 14,3% degli over 65; il 72,5% dei giovani usaYouTube, come fa solo il 6,6% degli ultrasessantacinquenni; i giovani che guardano la web tv (il 40,7%) sono molti di più degli anziani che fanno altrettanto (il 7,1%); il 40,3% dei primi ascolta la radio attraverso il telefono cellulare, dieci volte di più dei secondi (4,1%) e, mentre un giovane su tre (il 36,6%) ha un tablet, solo il 6% degli anziani lo usa.

Al contrario, gli utenti under 30 dei quotidiani (il 27,5%) sono in netta minoranza rispetto agli over 65 (il 54,3%).

Declino della carta stampata

L’unico media che ha “subito” una perdita è la stampa-1,6% dei lettori di quotidiani, -11,4% dei lettori di free press, mentre sono in aumento i lettori dei quotidiani online. Discorso a parte per i libri che, pur avendo avuto una perdita dello 0,7%, vengono ancora letti dagli italiani che preferiscono il tradizionale al formato e-book.

Leggendo i dati non c’è da stupirsi perché basta pensare alla vita di tutti i giorni e, ognuno di noi, si rispecchia in ciò che dice il Rapporto. Tutti cerchiamo le notizie direttamente in Internet senza aspettare il TeleGiornale della sera, tutti (o quasi) non compriamo più il quotidiano, ma leggiamo il formato digitale, facendo diventare Internet la “portata” principale della nostra dieta mediatica. E, se prima, si parlava di Digital Divide per differenziare chi aveva accesso a Internet e chi no (per motivi infrastrutturali o di mancata alfabetizzazione informatica) oggi è noto il fenomeno del Press Divide per indicare tutte quelle persone che stanno perdendo il contatto abituale con i mezzi a stampa. La conseguenza è che, essendo i testi degli smartphone brevi, c’è anche una diminuzione nell’apprendimento e nell’acquisizione di processi analitici.

Dati: Cosa cercano gli italiani su InterNET

  • Il 60,4% degli utenti del web cerca strade e località

  • Il 56% ricerca informazioni su aziende, prodotti, servizi

  • Il 46,2% usa Internet per i servizi di home banking (46,2%)

  • Il 43,2% ascolta musica (percentuale che sale al 69,9% nel caso dei più giovani)

  • Il 43,5% degli utenti di internet, ovvero 15 milioni di italiani, fa acquisti sul web

  • Il 25,9% (percentuale che si impenna al 46% tra i più giovani) guarda film

  • Il 18,4% cerca lavoro tramite Internet

  • Il 16,2% usa il web per telefonare tramite Skype o altri servizi voip

  • Il 17,1% sbriga pratiche con uffici pubblici

InterNET e le nuove tecnologie permettono, quindi, di mettere in contatto diretto l’utente con i suoi interlocutori o con i servizi di suo interesse, evitando l'intermediazione con altri soggetti. Si sta sviluppando così un’economia della disintermediazionedigitale che sposta la creazione di valore da filiere produttive e occupazionali tradizionali in nuovi ambiti. Negli anni della crisi la diminuzione delle disponibilità finanziarie ha costrettogli italiani a tagliare su tutto, ma non sui media digitali connessi in rete, che hanno generato un risparmio netto finale nel bilancio familiare. Usare internet significa spendere meno soldi o anche sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa.

Dati: Evoluzione della dieta mediatica italiana

Principali cambiamenti della grande trasformazione dei media

  1. Moltiplicazione e integrazione dei media: l’io utente, non essendo più passivo, personalizza l’impiego dei media. Si sposta all’interno dell’ampio e variegato sistema di strumenti e  crea un palinsesto personalizzato, miscelando vecchi e nuovi media.

  2. Rafforzamento della tendenza alla personalizzazione dei media grazie alla diffusione delle connessione mobili e di app per smartphone e tablet che hanno reso l’informazione fruibile anche in mobilità.

  3. Avvio del ciclo di disintermediazione digitale: un device è usato sempre più spesso in modo multifunzionale e risponde ad una pluralità di bisogni dell’utente.